La bontà funesta

La bontà funesta

La bontà funesta. Una vera scialba storia

 

1. Proprio perché scialba questa è una vera storia. Anche se non una storia vera. Incidente ogni riferimento. A sguardi fatti senhal extratestuali. Anche se nessun testo può ridurre a sé l’inevitabile di un contesto. (Impedirebbe fra l’altro la lettura.) Equivarrebbe all’impossibile di smaterializzarsi e smaterializzare. Siccome impossibile smaterializzarsi e smaterializzare è impossibile l’isolamento o l’irrelato. Che è come dire l’assoluto.

2. Perché la bontà. Perché generatrice d’illusioni le peggiori. Da parte sia di chi l’esercita sia di chi la riceve. Qualcosa d’inadatto al mondo. La bontà. Il mondo in quanto reale non essendo mai illusorio. Essere buoni significa illudere e illudersi sul mondo. Essere buoni significa infallibilmente fallire nell’illudere il mondo. Ch’è mondo proprio perché infallibile nel non farsi illudere.

3. Un conto il bene. Un conto la bontà. Sono tutti buoni. Fanno tutti male. I protagonisti di questa storia. Che con forza vuole però mettere anche in guardia dal ricadere nell’opposto. Nell’assurda concezione dei vizi privati causa di pubbliche virtù (tutt’uno con l’economia di mercato simboleggiata da Adam Smith tramite l’abusata immagine della mano invisibile. Qualche collegamento si può invece rivenire in approcci tipo quello del bestseller di Dambisa Moyo “La carità che uccide. Come gli aiuti dell’Occidente stanno devastando il Terzo mondo”. Purché non si ricada in concezioni deleterie di darwinismo sociale). Stesso dicasi del sadismo. La ragion sadica va sottoposta a critica. Non è e non ha ragione. Anche essere cattivi significa illudere e illudersi sul mondo. Che in quanto reale non si fa illudere. Altrimenti non sarebbe possibile nemmeno l’illusione. Se fosse il mondo a farsi illudere. Non più di quanto sarebbe possibile saltare. Se fosse il tutto a saltare con la parte.

4. Per i cristiani e l’etimologia bontà e bene s’identificano. Cfr. d’Agostino il “De natura boni”. Pertanto la verità di questa storia è anticristiana ed antietimologica o antilinguistica cioè in disaccordo con la verità della storia del mondo nella misura in cui questa è considerabile cristiana e linguistica. La verità di questa storia è insomma ecologica.

 

PS. sull’immagine di copertina. In quanto religioso e in quanto della religione più potente ed antropocentrica o antiecologica degli ultimi due millenni – ogni simbolo cristiano andrebbe boicottato. E basta che se ne parli – non importa se male – per promuoverne la persistenza. Rispetto a questa (pur involontaria) promozione ha tuttavia prevalso per la mia scelta di copertina: 1) il significato aggiuntivo – rispetto al testo – della categoria di “bontà funesta” come esplicativa della figura di Cristo; 2) l’omaggio a Gauguin tanto più artista quanto più capace di rinnovare o significare l’estremamente vecchio o insignificante.  

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